Vinciullo, sia garantita la continuità didattico-educativa agli alunni e alle alunne diversamente abili

Vincenzo Vinciullo
Vincenzo Vinciullo
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(cassibile.com) PALERMO – Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Palermo, accogliendo l’istanza della mamma di un bambino diversamente abile, ha riconosciuto il diritto di un minore disabile alla continuità educativo – didattica tramite l’assistenza dello stesso insegnante di sostegno. Tale sentenza scaturisce dalla decisione dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Palermo di anteporre le esigenze di accesso all’insegnamento, tramite graduatoria, alle necessità di continuità didattica degli alunni diversamente abili.

La pronuncia del TAR di Palermo mette in evidenza l’assoluta obbligatorietà, da parte delle Autorità scolastiche, di garantire all’alunno diversamente abile la piena realizzazione del proprio diritto allo studio ed al suo proficuo inserimento nel processo educativo e formativo della classe, mediante l’assegnazione di un insegnante di sostegno che assicuri la continuità didattica, necessaria, anzi, indispensabile, per tutti gli studenti, fondamentale per i discenti diversamente abili.

Questa la premessa di un’Interrogazione parlamentare del Vicepresidente Vicario della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ dell’Ars, On. Vincenzo Vinciullo, che sottolinea: “Tale obbligo va aldilà di mere esigenze legate a graduatorie o ad interessi puramente tecnici che spesso mettono in secondo piano le vere esigenze degli studenti meno fortunati”.
L’On. Vinciullo chiede al Governo della Regione di accertare la corretta applicazione, da parte della Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, della sentenza pronunciata dal TAR.
Tale sentenza – ha concluso l’On. Vinciullo – è stata confermata sia dal Consiglio di Giustizia Amministrativo quanto dalla Suprema Corte di Cassazione e, di conseguenza, non si capisce il motivo per il quale, di fronte a una sentenza di tale spessore, il Governo Nazionale continui a trascurare gli alunni diversamente abili della Sicilia, non garantendo loro la continuità didattico-educativa, come sancito in tre diverse sentenze, non più appellabili.

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