Il sindaco, Francesco Italia, è stato uno dei primi cittadini italiani, l’unico siciliano, chiamati ad intervenire stamattina, alla Camera dei deputati, all’evento “Lo stato dei Beni comuni”, organizzato dall’Anci. Dopo l’introduzione del presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, si sono succeduti gli interventi, tra gli altri, dei sindaci di Torino, Viterbo, Novara, Treviso, Firenze, Cosenza, Imola e Siracusa. Conclusioni affidate al presidente dell’Anci, Antonio De Caro, e al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte.
Di seguito una sintesi dell’intervento del sindaco Italia (il video al link https://webtv.camera.it/evento/13811 a partire dal minuto 52:40)
La politica sui beni comuni è un tema centrale per il presente e il futuro. Se i sindaci sono avamposto dello Stato sul territorio, i Beni comuni sono importante strumento di condivisione e di sviluppo. Noi sindaci siamo baluardo contro la sfiducia nei confronti delle Istituzioni, in un momento in cui il solco tra cittadini e politica sta diventando sempre più profondo. È evidente, inoltre, come la politica dei beni comuni sia tanto più importante per le città del Sud che vivono un momento di grande difficoltà e di deficienza strutturale di risorse. Noi come primi cittadini abbiamo grandi difficoltà a dare risposte concrete anche alle esigenze più minute della nostra cittadinanza.
Il sindaco Italia interviene alla Camera sul tema dei Beni comuniNegli ultimi sei anni, il tema dei beni comuni è stato e continua ad essere, oggetto di riflessioni, di dibattito e di azioni condivise sul territorio siracusano, non solo come potente strumento di inclusione e rigenerazione sociale, ma anche come paradigma di ciò che ogni sindaco deve affrontare quotidianamente nel governo della comunità che gli è stata affidata. Ma la diffusione della cultura dei Beni comuni è anche una sfida della condivisione contro l’individualismo e l’egoismo, ed è antidoto al pregiudizio che ha creato una distanza siderale tra cittadini e amministrazioni.
L’amministrazione comunale di Siracusa con il PO FESR 2014-2020 e anche con altri programmi di intervento, tra cui il Programma Periferie ed altre fonti di finanziamento a regia regionale italiana o comunitaria ha avviato processo di rigenerazione urbana e sociale, di partecipazione attiva e coinvolgimento dei cittadini nei processi di programmazione e definizione delle azioni di intervento.
Grazie al progetto Urbact ‘GeniUSiracusa’ la città ha avviato un percorso di co-progettazione che ha portato alla nascita della Casa dei Cittadini, il cui regolamento è stato scritto e sottoscritto dall’Amministrazione congiuntamente a 26 associazioni, inclusa “La Forza delle Donne” – organizzazione nata proprio durante la realizzazione del progetto.
Attualmente Siracusa – partner di 6 città europee nel progetto Urbact ‘Active NGOs’ – sta ripensando a come rilanciare 3 luoghi dislocati in ambiti diversi (la Casa dei Cittadini in periferia, l’Urban Center, cerniera tra la città moderna e la città antica, e Officina Giovani nel centro storico) attivando la collaborazione del Terzo Settore. Luoghi che saranno concepiti come Beni Comuni. I quartieri periferici hanno, inoltre, con il “Programma Periferie”, la possibilità di essere inseriti in un percorso volto al recupero della coscienza collettiva di Siracusa, nel tentativo di ricomporre il rapporto tra identità sociale e dimensione spaziale della città attraverso un unico itinerario a forte valenza simbolica. Il collegamento dei quartieri a forte degrado socio-economico con il centro storico all’interno di un unico itinerario urbano permetterà, quindi, di risarcire la periferia dall’isolamento attuale. Le azioni e gli interventi previsti consentiranno, nello specifico, la creazione di spazi durevoli e ben definiti, anche attraverso nuove combinazioni e declinazioni del verde e degli spazi pubblici (MazzarronaParco), che saranno bacino di attività sociali e culturali.
Ed ancora: il Progetto “Smart Cities Living Lab Siracusa”, promosso da CNR e ANCI, ha consentito la valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali della città tramite le tecnologie digitali; il Patto di responsabilità sociale di Confindustria, ha prodotto la stesura di un libro bianco sul turismo al quale hanno collaborato ben 62 sigle per un turismo considerato bene comune, sostenibile e a misura dei cittadini.
Occorre, però, dare continuità a tali esperienze garantendo strumenti sicuri di investimento sui Beni Comuni urbani, come avviene negli altri paesi europei, per dare certezze a amministrazioni e cittadini. La sfida si vince sulla gestione, sulla fiducia e sulla partecipazione e responsabilità sociale dei comportamenti. Se sono responsabile di un bene, il mio comportamento su quel bene determina da un lato attaccamento, e quindi senso di appartenenza, dall’altro una responsabilità sociale. Bisogna, dunque, investire sulla fiducia e sulla responsabilità sociale che da quella fiducia discende.
Possano, quindi, i beni comuni essere terreno d’incontro e di sintesi delle comunità affinché in essi le città italiane sviluppino nuovamente un senso di condivisione e di crescita comunitaria.