SOFTAIR: LE NUOVE FRONTIERE DELLO SPORT

Gruppo appassionati di Softair
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di Sebastiano Iemmolo

(CSB.com3.0) CASSIBILE – “Perché, perché tu la domenica mi lasci sempre sola” – cantava Rita Pavone in una delle sue più celebri canzoni. La cantante spiegava motivo per il quale gli uomini, giunto il fine settimana, sparivano dalle proprie case per recarsi allo stadio, a pesca e, perché no, ad un incontro di soft-air.

Un modo nuovo e diverso per svagarsi sta prendendo sempre più piede nelle nostre province. Il termine di per se non spiega molto “soffice-aria” ma il suo contenuto è molto diverso. Alle spalle vi è una vera e propria organizzazione: dalla presentazione del team, al gioco e al rapporto che si instaura tra i componenti. Ho avuto modo di seguire dei ragazzi che svolgono questa attività con passione e devozione.

Il soft-air è un gioco aperto a tutti: uomini, donne, bambini, anche sotto ai 18 anni. L’importante è avere le dovute protezioni onde evitare infortuni. Un completo da soft-air (compreso di armi, mimetica e protezioni) oscilla dai 400 ai 1.000 euro.

“Ovviamente migliore è l’arma, più elevato è il suo costo – spiega il Presidente degli A.S.D. Black Hawk Marco Di Naro –. E’ un gioco dove bisogna essere mattutini e, soprattutto, la prima regola è essere leali verso le altre squadre. La cosa più importante – continua il Presidente – è che alcune persone ci considerano dei guerra fondai; non e così, anzi, attraverso questa attività, proiettiamo i più giovani a capire che non c’è niente di bello in un conflitto bellico”.

La giornata comincia al mattino presto. Dopo un incontro al bar per una sana colazione, ci si sposta in un campo di gioco, lontano da centri abitati e strade trafficate. In base all’ubicazione del campo si devono avvisare le forze del ordine, oppure basta semplicemente applicare segnalazioni dove si indica la presenza sul territorio di persone armate di fucili carichi a pallini. Dopo il raggiungimento del campo si decide lo scopo del gioco che può essere libera l’ostaggio, disinnesca ordigni, insomma vere e proprie simulazioni di conflitto bellico.

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Il vice presidente del gruppo, ex soldato dell’Esercito Italiano, Lorenzo Di Maria racconta: “Anche se ho avuto degli insegnamenti dall’Esercito non si finisce mai di imparare. Ogni partita è sempre una nuova scoperta – ha detto – ed è molto bello quando si riesce ad instaurare un ottimo rapporto con il team”.

Una particolarità di questa attività è anche il principio di rispetto per l’ambiente, non solo perché gruppi di ragazzi entrano a contatto con la natura, esplorando luoghi nuovi e caseggiati in disuso valorizzandone il loro aspetto, anche se decadente, ma anche perché le munizioni sono biodegradabili e alla fine delle partite ci si occupa sempre di resettare il campo dove si e appena giocato.

“L’organizzazione – racconta il segretario Marco Di Maria – è un’associazione sportiva a tutti gli effetti, con quote associative e assicurazioni per ogni singolo membro del team. La nostra priorità – spiega Di Maria – è divertirsi e svagarsi, ma sempre con criterio e giudizio”. Il messaggio che trasmettono i Black Hawk – conclude – è divertirsi e stare insieme, ma riuscendo a dare sempre il giusto peso alla guerra, e che tutto ciò ci apra gli occhi sul mondo. Giocare a fare la guerra può essere divertente, ma mettere la guerra per gioco, no”.

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Giornalista professionista