L’Iliade rivisitata in un carcere, chiude la Stagione Classica
Giuliano Peparini presenta una versione innovativa dell’Iliade, ambientata in un carcere di massima sicurezza, che debutta domani al Teatro Greco di Siracusa e chiude la 60ª Stagione di rappresentazioni classiche dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (Inda). Lo spettacolo fonde teatro, danza, circo, musica e poesia per raccontare i personaggi epici del poema omerico, con i versi tradotti da Francesco Morosi e musiche composte da Beppe Vessicchio.
La rappresentazione esplora il parallelo tra l’ambientazione carceraria e il conflitto tra greci e troiani. Peparini sottolinea come la prigione, spazio chiuso e teatro di rivalità continue tra fazioni, richiami il campo di battaglia omerico. Codici d’onore, vendette e gerarchie rigide governano entrambe le realtà, dove gruppi antagonisti si confrontano in lotte incessanti senza vie d’uscita immediate.
Nel poema, come nel carcere, il potere è esercitato da leader che impongono regole e determinano equilibri. I personaggi di Agamennone, Priamo, Achille ed Ettore trovano corrispondenze nei capi delle gang carcerarie, che gestiscono la vita interna attraverso autorità e rispetto forzato. La furia e la violenza che animano la narrazione omerica si riflettono negli scontri e nelle tensioni esplosive del mondo carcerario, dove la vendetta spesso scatena conflitti sanguinosi.
La conclusione del conflitto nell’Iliade, con la distruzione totale di Troia e la morte di molti protagonisti, si affianca alla dura realtà del carcere, dove per molti detenuti l’unica prospettiva è scontare la pena o soccombere alla violenza interna. Questo parallelismo mette in luce una condizione umana universale e senza tempo, che Peparini ritiene ancora oggi attuale e potente nel rievocare crisi sociali e personali profonde.
Il regista evidenzia come la storia degli eroi omerici continui a parlare nel XXI secolo, perché racconta dinamiche di potere, collera e rottura dell’ordine che rimangono invariati nel tempo. La rabbia di Achille, fulcro dell’opera, è letta come un elemento che mette in discussione le strutture dominanti, proprio come accade in contesti di oppressione e conflitto.
Lo spettacolo è una coproduzione tra il Parco Archeologico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai e sarà in scena fino al 6 luglio per tre serate. Tra gli interpreti spicca Vinicio Marchioni, al suo debutto al Teatro Greco nel ruolo dell’Aedo. Achille sarà interpretato da Giuseppe Sartori, Ettore da Gianluca Merolli, Giulia Fiume Teti, Danilo Nigrelli vestirà i panni del re Priamo, Jacopo Sarotti l’ombra di Patroclo e Elena Polic Greco presterà la voce a Era.
Nel cast figurano anche performers e allievi della Peparini Academy e dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico, a testimonianza della commistione tra arte performativa e tradizione classica. Questa è la terza regia di Peparini a Siracusa, dopo “Ulisse”, “Odissea” e “Horai. Le 4 stagioni”, confermando il suo legame con il teatro classico e la sua capacità di rinnovarne il linguaggio.
La proposta artistica si distingue per l’intreccio di discipline sceniche e per la capacità di trasporre un testo antico in un contesto contemporaneo, offrendo una riflessione sui conflitti umani attraverso un’immagine forte e simbolica, quella del carcere come microcosmo di lotte, onori e vendette.
La scelta di ambientare l’Iliade in un carcere di massima sicurezza amplifica la portata universale del poema, mostrando come le tensioni descritte da Omero non siano confinabili a un passato remoto ma persistano in situazioni sociali drammatiche e concrete. L’opera invita così a un confronto diretto con temi di potere, giustizia e violenza che restano attuali, rendendo il mito un mezzo per comprendere la realtà odierna.
La stagione classica dell’Inda si conclude dunque con un’opera che unisce il rigore della tradizione al dinamismo della sperimentazione scenica, proponendo una lettura originale e intensa di uno dei testi fondanti della cultura occidentale.
(Cap/Adnkronos)