“Un Primo Maggio in difesa di Cassibile Fontane Bianche e della sua storia”. Così Paolo Romano, ex presidente della circoscrizione continua la sua protesta contro la baraccopoli installata nel borgo vecchio, dove vivono in condizioni disumane, con carenze igienico-sanitarie, gli stranieri arrivati a lavorare la campagna.
Il tutto crea preoccupazioni ai residenti. La baraccopoli è stata sempre presente: non è la prima volta che se ne parla, ma in questo periodo di emergenza sanitaria è diventato un problema anche più grande. Impossibile evitare gli assembramenti.
La manifestazione di protesta si è svolta dinanzi la chiesa del Marchese. Una protesta autorizzata e scortata dagli uomini dell’Arma della stazione Carabinieri di Cassibile. E’ durata poco, quel poco per far capire che Cassibile non si arrende davanti a tutto questo.
“Primo maggio a difesa del luogo simbolo della indennità e storia di Cassibile Fontane Bianche – scrive su Facebook Romnao -. In questi luoghi i nostri nonni forgiarono la nostra identità di cassibilesi e i nostri padri costruirono il paese come oggi lo conosciamo. Oggi abbiamo difeso insieme a tanti altri cittadini la dignità dei cassibilesi che non mollano e che non si piegano davanti ai problemi. Dalla CGIL ci aspettiamo una parola di solidarietà nei confronti della città di Cassibile Fontane Bianche”.
E poi continua: “Oggi primo Maggio giornata dedicata al lavoro e ai lavoratori. Molti oggi un lavoro non ce l’hanno o perché lo hanno perso o perché gli è impedito di svolgerlo. A queste persone oggi va dedicata questa giornata. Forza non molliamo”.
Un grido di allarme lanciato dal mese di gennaio, prima ancora dell’epidemia da Coronavirus. Paolo Romano ha sempre cercato di attirare l’attenzione delle istituzioni ma senza alcun risultato. La baraccopoli è stata installata ugualmente venendo meno alle tutte le regole imposte dal Governo per contenere il covid19. A nulla sono serviti esposti e interrogazioni.
Paolo Romano non si definisce razzista, anzi, vuole a nome di tutta la comunità “aiutare e tutelare questi immigrati esposti a grossi rischi di contagio, poiché circolano in Paese senza i dovuti dispositivi di sicurezza, violando quindi le norme di contenimento”.