Etna fase parossistica conclusa, tremore a livelli medio alti 

: L’attività vulcanica dell’Etna si concentra al cratere Voragine, silente da oltre tre anni

Ecco come il magma dell'Etna arriva in superficie
ph Moveo

Etna fase parossistica conclusa, tremore a livelli medio alti

La fase parossistica dell’Etna, la quarta dal 4 luglio scorso, si è conclusa. Questa fase ha visto un’attività stromboliana che si è trasformata in fontana di lava, con l’emissione di una nube vulcanica alta diversi chilometri, otto l’ultima. Il tremore interno dell’edificio vulcanico rimane su livelli medio alti.

La nuova attività dell’Etna si concentra al cratere Voragine, silente da oltre tre anni. La precedente emissione di cenere risaliva del 3 aprile del 2021. Con il materiale lavico accumulato con le ultime eruzioni, il cratere Voragine ha raggiunto quota 3.369 metri d’altezza, superando il cratere di Sud-Est, che deteneva il record dal 10 agosto del 2021 e che ultime stime davano alto 3.347 metri. Quello precedente, che resisteva dagli anni Settanta del secolo scorso, era del cratere di Nord-Est.

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, di Catania conferma, in una nota, che la fontana di lava è gradualmente diminuita fino a esaurirsi, intorno alle 10:15. L’attività ha prodotto un piccolo trabocco lavico dall’orlo occidentale del cratere Bocca Nuova, la cui lunghezza non è possibile per il momento stimare per la presenza di una copertura nuvolosa nella zona sommitale.

Dal punto di vista sismico, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha raggiunto i valori massimi tra le 04:30 e le 10:00, poi si è osservato un decremento dei valori che, dopo qualche fluttuazione, ha raggiunto, intorno alle ore 13:30, la base del livello alto, dove attualmente permane con tendenza al decremento. Le sorgenti del tremore sono localizzate nell’area del cratere Voragine a una quota di circa 2.400 metri sul livello del mare. Contestualmente anche l’attività infrasonica ha subito un rapido decremento, sia nel numero degli eventi che nell’ampiezza. Attualmente si osserva una debole attività infrasonica al cratere di Sud-Est.

La rete Gnss elaborata ad alta frequenza non ha mostrato variazioni significative all’interno della variabilità del dato. L’Etna si illumina di notte e l’aeroporto di Catania si spegne di giorno, mettendo sotto stress il sistema trasporti e il settore turistico nell’isola, mentre ‘piove’ cenere sul capoluogo e diversi centri abitati della provincia. Effetti generati dal quarto parossismo in 19 giorni, dal 4 luglio scorso, del vulcano attivo più alto d’Europa dopo che al cratere Voragine, nella notte, una sempre più intensa attività stromboliana, alle 04:08, si è evoluta in una spettacolare fontana di lava, con l’emissione di una nube vulcanica alta otto chilometri, con delle colate che sono fuoriuscite dall’orlo occidentale della Bocca Nuova, e forti boati che si sono sentiti anche a Catania. La fase parossistica si è esaurita poco dopo le 10.15 e, contemporaneamente, l’Ingv ha abbassato il livello di allerta per il volo, il Vona, declassandolo da rosso ad arancione.

La nube vulcanica, sospinta dal vento, si è poi trasformata in cenere che è ‘piovuta’ su Catania e provincia, con persone scese in strada con gli ombrelli o cappellini per proteggersi. Ma non si è potuto proteggere l’aeroporto di Catania che, dopo la chiusura di due spazi aerei, ha disposto la sospensione dei voli in partenza e in arrivo. Uno stop che ha creato un caos nei voli con cancellazione e dirottamenti, soprattutto su Palermo e Trapani, mettendo sotto stress lo scalo e creando forti disagi a chi aveva già prenotato per oggi.

Nello scalo Vincenzo Bellini affollate gli spazi per attesa e lunghe code ai banconi dei check-in alla ricerca di assistenza e di riprotezione. La Sac, società che gestisce l’aeroporto di Catania, appena la fase parossistica si è conclusa ha attivato “le operazioni di bonifica per l’agibilità delle infrastrutture di volo” e degli “aerei contaminati”. Lo scalo è tornato operativo alle 18, ma solo per i voli in partenza. Poi dalle 20 spazio anche agli arrivi, ma con una restrizione di quattro movimenti ogni ora, mentre dalle 22 torna l’operatività al completo. I disagi per i passeggeri sono stati notevoli anche se legati a ‘cause naturali’. ItaliaRimborso ricorda che, “nonostante il vettore aereo non sia responsabile del disservizio, e per questo motivo non spetta la compensazione pecuniaria ai passeggeri”, è però previsto quelle “delle spese extra sostenute dal viaggiatore per raggiungere la meta prefissata, qualora la stessa compagnia non abbia provveduto ad assisterlo”.

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