Giuseppe Dipasquale, Teatro Stabile di Catania: “Siamo al limite di sopravvivenza”

dipasquale alle provedi Elisa Guccione (siciliaedonna.it)
(cassibile.com) CATANIA – “Ci vogliono azioni concrete”. Lo afferma con convinzione Giuseppe Dipasquale, direttore artistico del Teatro Stabile di Catania, durante la conferenza stampa dedicata alla presentazione dei due spettacoli “L’Altalena” di Martoglio e “La Concessione del Telefono” di Camilleri. Due importanti autori della nostra tradizione che concluderanno la difficile ed intensa stagione teatrale 2013, L’ Arte della Commedia”. A fine giugno sarà presentata la prossima programmazione. “Non abbiamo mai offerto al nostro pubblico e agli amanti del teatro prodotti di bassa qualità, ma è giusto che il nuovo governo regionale faccia qualcosa per migliorare la situazione”.

Come nasce l’iniziativa di concludere la stagione 2013 dello Stabile con la messa in scena di due lavori importanti all’insegna della comicità d’autore come L’Altalena di Nino Martoglio, produzione Teatro Brancati,  e La Concessione del Telefono di Andrea Camilleri?

“Il Teatro Stabile di Catania non ha mai avuto alcun pregiudizio con le strutture teatrali private serie e degne di questo nome. A Catania, e questo l’abbiamo dimostrato nel corso degli anni, c’è sempre stata un’apertura del teatro verso le realtà del territorio; non poteva non esserci una comunione d’intesa con il teatro Brancati, che vanta Tuccio Musumeci, fra gli altri, come responsabile dell’ente. È stato naturale che questo progetto, si sposasse perfettamente con l’intera programmazione e con la nostra storia.  Mi piace sottolineare che quest’anno si sono mantenuti tutti gli spettacoli in cartellone garantendo, in questo difficile momento, una situazione di stabilità; abbiamo continuato a donare al pubblico un sorriso, perché ridere sulle disgrazie proprie ed altrui è il meccanismo d’autodifesa dei teatranti di tutti i tempi”.

Da qui la scelta di proporre spettacoli legati a L’Arte della Commedia. Ridere per non piangersi addosso ed affrontare al meglio, attraverso la risata, la quotidianità?

“Solo così, a volte, si riesce a far capire la realtà e di conseguenza ad interpretarla. La risata aiuta ad acquisire una distanza giusta, per poter focalizzare  il problema.

 Un mio vecchio maestro diceva: “Accade una cosa terribile. La puoi risolvere? No! E allora perché disperarsi?!

Questo non vuol dire che non abbiamo passioni e tutto deve scivolarci addosso, ma forse così potremmo riuscire a vivere le situazioni con una minore ansia e un po’ più di serenità”

Qual è la situazione, rispetto ai giorni scorsi, che vive lo Stabile?

“Siamo in un momento di stasi. Il grande taglio della finanziaria c’è stato, lo sappiamo tutti, ed ha fatto enormi danni. In questo momento, ad onor del vero, si percepisce qualche piccolo segnale di possibile ripresa; si sta tentando di risolvere in qualche modo la situazione. Siamo contenti di questo cambiamento, di quest’apertura al dialogo, ma spero che non si faccia passare troppo tempo in modo da non creare alcun inutile clamore. Qualche settimana fa con l’assessore Stancheris avevamo concordato un tavolo tecnico per cercare di risolvere l’attuale situazione in cui versano tutti i teatri dell’isola. Tentare di migliorare l’attuale contesto socio economico non è un aiuto solo per “gli addetti ai lavori”, ma per tutta la comunità. Ci sono cinquecentomila euro in meno rispetto all’anno scorso, che sommati a quelli “tagliati” precedentemente arrivano a oltre un milione e settecentomila euro. Si spera di trovare al più presto una soluzione e un confronto tra le parti”

Nonostante i tagli, la programmazione è stata assicurata. Gli attori a tutto questo come hanno reagito?

“In questa stagione gli attori hanno lavorato con un contratto di solidarietà; hanno visto diminuire la propria paga del 60 – 70%. Adesso tutti siamo sotto il limite della sopravvivenza. Abbiamo lavorato in una situazione estremamente difficile”.

Torniamo ai due spettacoli in scena al Platamone. Ci sono delle novità rispetto alle precedenti edizioni in questa nuova versione de La Concessione del Telefono?

“Le musiche del Maestro Germano Mazzocchetti non si limitano a fare da commento alla storia, ma aiutano il percorso narrativo. I costumi di Angela Gallaro, rispetto al debutto di otto anni fa, sono tutti rivisti e al passo con i tempi. Le new entry come Miko Magistro, Guia Jelo, Fulvio D’ Angelo e Cosimo Coltraro hanno apportato delle novità anche a livello di regia. La Concessione del Telefono si presenta come uno spettacolo nuovo e non uguale al precedente”.

“È giusto trasmettere una grammatica del teatro alla città”. Frase diretta e forte che ha affermato con convinzione durante la conferenza stampa dedicata alla presentazione dei due spettacoli.

Catania, secondo lei, è in grado di reagire ad un messaggio del genere?

“Catania è una delle città più teatrali di tutta la Sicilia ed è grande la sua preparazione culturale.  L’unico difetto della città è l’indolenza, l’enorme pigrizia che le impedisce di andare avanti. Tutte le compagnie che arrivano nella nostra città sanno bene che i catanesi sono un pubblico preparato. Uno degli obiettivi etici del teatro professionale è consegnare una grammatica di qualità al proprio uditorio”.

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