Conflitto si riaccende, sequestrati civili e aiuti umanitari
Alle ore 3:02 CET del 9 giugno 2025, l’esercito israeliano ha compiuto un’operazione militare contro la Madleen, nave della Freedom Flotilla Coalition (FFC), intercettandola con la forza in acque internazionali, coordinate 31.95236° N, 32.38880° E. La Madleen, battente bandiera civile e con a bordo aiuti umanitari diretti alla popolazione di Gaza, è stata abbordata senza preavviso e con modalità ritenute illegali dalla stessa organizzazione promotrice della missione. Tutto l’equipaggio disarmato, composto da volontari civili internazionali, è stato trattenuto e trasferito da personale militare israeliano. L’intero carico – latte in polvere, viveri e forniture mediche – è stato sequestrato.
La FFC, con base in diverse nazioni, ha denunciato l’episodio definendolo una “violazione palese del diritto internazionale”. La Madleen faceva parte di una nuova missione civile per il trasporto diretto di beni di prima necessità nella Striscia di Gaza, in risposta alla crisi umanitaria aggravata dal protrarsi del blocco israeliano. Secondo i membri della coalizione, l’azione israeliana sarebbe da inquadrare come un attacco deliberato contro un’operazione pacifica, pianificata in aperta trasparenza e con finalità esclusivamente umanitarie.
L’accaduto si inserisce in una serie di episodi simili, che secondo gli organizzatori della Freedom Flotilla mostrano una crescente intensificazione degli interventi armati contro iniziative civili a sostegno dei palestinesi. Solo poche settimane prima, un attacco con drone israeliano aveva colpito un’altra nave della stessa organizzazione, la Conscience, causando quattro feriti tra i volontari e gravi danni alla struttura dell’imbarcazione, poi andata in fiamme in acque europee.
La comunità internazionale, secondo la FFC, sarebbe rimasta sostanzialmente inerte di fronte a quell’attacco, aprendo la strada a un’ulteriore escalation. Con l’assalto alla Madleen, le forze armate israeliane avrebbero ora compiuto un ulteriore passo, intervenendo ancora in acque internazionali e agendo, secondo le accuse, in totale spregio delle norme internazionali sul diritto del mare e sul transito di aiuti umanitari in aree di crisi.
I promotori della missione, attraverso un comunicato diffuso da Catania – città che aveva ospitato parte della preparazione logistica – hanno affermato che Israele non dispone di alcuna autorità legale per trattenere i volontari coinvolti né per impedirne l’accesso a Gaza. Secondo la FFC, l’azione dell’esercito israeliano si pone in aperto contrasto con gli ordini della Corte Internazionale di Giustizia, che aveva disposto il libero passaggio di aiuti umanitari nella Striscia. La detenzione dei volontari, sempre secondo la stessa fonte, è da considerarsi arbitraria e contraria alle convenzioni internazionali.
La nave Madleen, progettata e adattata per missioni umanitarie in acque ad alto rischio, era partita nei giorni precedenti con a bordo forniture sanitarie, alimentari e generi di prima necessità raccolti da organizzazioni civili internazionali. La FFC aveva reso pubblica l’intera operazione e informato le autorità marittime competenti, sottolineando il carattere pacifico e trasparente della spedizione.
Secondo osservatori indipendenti, l’azione militare israeliana si inserisce in un contesto più ampio di tensioni legate alla questione del blocco di Gaza, in vigore da diversi anni e recentemente intensificato. Le pressioni internazionali per la fine del blocco, che ha causato una crisi umanitaria definita da molte ONG “catastrofica”, non hanno finora prodotto risultati concreti, mentre gli episodi di scontri e blocchi ai confini si moltiplicano.
La Freedom Flotilla Coalition ha ribadito che non interromperà le proprie operazioni e ha chiesto con forza la liberazione immediata di tutti i volontari catturati durante l’assalto alla Madleen, insieme alla restituzione dei beni confiscati. Ha inoltre sollecitato l’intervento urgente dei governi europei e delle Nazioni Unite, denunciando l’inerzia delle istituzioni internazionali e l’assenza di sanzioni verso comportamenti che, a loro giudizio, costituiscono violazioni sistematiche del diritto internazionale.
Dopo l’abbordaggio della Conscience e ora della Madleen, la FFC ritiene che Israele stia agendo in piena impunità, ignorando norme che regolano il diritto di transito in mare aperto e la protezione delle missioni umanitarie. Gli organizzatori hanno dichiarato che l’invio di aiuti alla popolazione civile continuerà e che altre navi sono già pronte a partire, nonostante i rischi. La coalizione ribadisce l’obiettivo dichiarato di porre fine al blocco di Gaza attraverso un’azione civile diretta, non violenta e coordinata a livello internazionale.