SIRACUSA: SOSPENSIONE DEI TRIBUTI PER IL SISMA DEL 1990, COSI’ PIPPPO ZAPPULLA

Zappulla-pippo-5(cassibile.com) SIRACUSA – Un Disegno di Legge che vuole chiudere positivamente una pagina controversa e paradossale per la provincia di Siracusa e parte di quelle di Catania e Ragusa. Infatti, se dopo 23 anni dal terremoto di S. Lucia, ci sono ancora migliaia di lavoratori e centinaia di Imprese che non hanno avuto giustizia dal fisco, ciò è un atto di incredibile penalizzazione che va, a mio avviso, molto al di là della pur importante valore economico.

Perché questa è l’Italia che ha trattato diversamente popolazioni e comunità colpite dal terremoto in parti diverse del Paese; è lo Stato che ha concesso il mancato pagamento al Nord delle multe sull’eccesso delle quote latte e potrei continuare.

La stessa Italia che, pur in presenza di diverse sentenze e giudizi della Cassazione e pur in presenza di solenni impegni assunti dai precedenti Governi, non ha ancora rimborsato il dovuto a tanti lavoratori e a diverse Imprese della provincia di Siracusa, di Catania e di Ragusa.
E’ peraltro incomprensibile che ad essere penalizzati siano stati fin’ora proprio quei contribuenti più diligenti e leali nel rapporto con il fisco.
Il tutto nasce con le differenti interpretazioni che l’agenzia delle Entrate ha fatto della legge n. 289 del 27 dicembre 2002 con cui lo Stato decideva che i contribuenti di questo territorio potevano sanare quanto dovuto per gli anni 90, 91,92 versando entro il 16 aprile 2003 il 10% dei tributi e contributi spettanti.

Era del tutto evidente che a quanti avevano versato l’intero ammontare o quote maggiori dovevano essere riconosciuti i rimborsi. Ma così non è stato. Da allora si è sviluppato un contenzioso in sede tributaria che dato ragione prevalentemente ai contribuenti con una motivazione molto semplice ma al contempo fondamentale: in uno stato di diritto non possono coesistere nella identica condizione trattamenti diversi.
Successivamente si è espressa la Corte di Cassazione legittimando le sentenze già formulate favorevoli per i contribuenti.
Pur tuttavia, l’Agenzia delle Entrate, con la Direttiva 123 del 12 ottobre 2010 sostiene di fatto di non dovere applicare il parere della Cassazione non considerando il giudizio, in modo ritengo davvero bizzarro, “un consolidato giudizio giurisprudenziale”.

La Suprema Corte è tornata ad intervenire in materia confermando il giudizio favorevole al rimborso con l’ordinanza n. 9577 del 12 giugno 2012 e in tale occasione ha ritenuto di rigettare le motivazioni del ricorso dell’Agenzia delle Entrate Ministero delle Finanze.
Il 26 luglio 2012 il Governo rispondendo ad una specifica interpellanza dell’on.le Giuseppe Berretta comunicava finalmente la volontà assunta di predisporre i propri uffici ai rimborsi per i contributi relativi agli anni 90/91/92.
Ma è trascorso un anno e l’Agenzia delle Entrate non solo non ha adempiuto agli impegni assunti, ma permane nella volontà di alimentare contenziosi tributari e giudiziari e li aggrava pure, ponendo problemi in merito alla data entro cui i contribuenti avrebbero dovuto presentare relativa istanza.
Il Ministero delle Finanze, con l’Agenzia delle Entrate, è inoltre intenzionato a proseguire i contenziosi attivati con le Imprese scaricando sulla comunità europea la responsabilità. Ovvero la UE avrebbe posto la questione della incompatibilità dell’aiuto di stato con la disciplina comunitaria sulla libera concorrenza. Ma a sgombrare il campo da ogni residuo dubbio è intervenuta in materia un ulteriore pronunciamento della Corte di Cassazione con la sentenza del 2 maggio 2013. Trattasi di rimborsi dovuti e non di improprie forme di aiuti di stato.
Ecco il senso del disegno di legge: UN PROVVEDIMENTO CHE SCIOLGA OGNI EQUIVOCO, EVITI I CONTENZIOSI CON I LAVORATORI E CON LE IMPRESE E COSTI PESANTI PER LO STATO ESSENDO ORMAI CHIARO IL GIUDIZIO LEGALE, AFFERMANDO LA CERTEZZA DEL DIRITTO PER TANTE PERSONE.

Due ultime annotazioni:
—La prima attiene all’indubbia boccata di ossigeno che produrrebbe nell’economia del nostro territorio. Si può dire parziale, limitata, minima quanto si vuole ma l’ultima stima per difetto realizzata nel 2011 individua in almeno 12.000 lavoratori e circa 800 imprese il bacino degli aventi diritto ( circa il 60% della provincia di Siracusa);
—-la seconda precisazione riguarda lo strumento del disegno di legge. Ho deciso di presentarlo ( insieme al capogruppo del pd in commissione Finanze Marco Causi) per obbligare il governo e il ministro delle finanze finalmente ad affrontare e definire la vicenda. Senza volere fare del becero vittimismo per altri territori la questione sarebbe già stata risolta e soddisfatta da diversi anni. Entro l’anno in corso punto a chiuderla con l’approvazione del disegno di legge per quel che rappresenta in concreto e perché noi non siamo figli di un dio minore.

Giuseppe Zappulla
Deputato Nazionale PD

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