AL VIA IL CONGRESSO INTERNAZIONALE DEI REGISTRI TUMORI

SAMSUNG(CSB.com3.0) SIRACUSA – “In un momento in cui è necessario sapere come spendere bene e in modo adeguato le risorse economiche nella sanità e in particolare su una malattia di grande rilevanza sociale come il cancro, il ruolo dell’epidemiologia è fondamentale per la misurazione dello stato di salute della popolazione, ma anche per sostenere la pianificazione e la valutazione del sistema e del controllo sanitario. Oggi nessuna politica sanitaria può essere fatta senza un adeguato supporto di conoscenze epidemiologiche e di valutazione dei risultati”. Lo ha detto il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa Mario Zappia in apertura dei lavori, stamane, della 38° edizione del congresso internazionale dei Registri tumori dei paesi di lingua latina in svolgimento sino a domani nel centro storico di Ortigia. Numerosi i temi del convegno promosso dal Registro Tumori dell’Asp di Siracusa diretto dal direttore sanitario dell’Azienda Anselmo Madeddu, con la partecipazione di AIRTUM, del Dipartimento di Igiene dell’Università di Catania e del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Sicilia: Rischi ambientali e cancro, stadiazione dei tumori, problemi metodologici, tumore della vescica, classificazione e stime dei tumori multipli, il ruolo dei registri tumori nella valutazione degli screening, problemi di classificazione delle neoplasie ematologiche, studi collaborativi. Numerose le presenze, tra queste dall’assessorato regionale della Salute, i dirigenti del Dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (DASOE) Salvatore Scondotto, Gabriella Dardanoni e Achille Cernigliaro.

Il congresso, considerata la particolarità dell’area che lo sta ospitando, al centro del Mediterraneo e nei pressi del Sito di Interesse Nazionale (SIN) dal punto di vista del rischio industriale, di Augusta-Priolo, è stato preceduto ieri da due seminari sul progetto Euromed condotto da Airtum per conto del ministero della Salute e su ambiente e cancro la cui organizzazione è stata condotta in collaborazione con l’Istituto Italiano della Salute (ISS).
“Il dato medio in queste aree – ha sottolineato Pietro Comba dell’Istituto superiore della Sanità” è che c’è un aumento dell’incidenza dei tumori nell’ordine del 20 per cento rispetto a quello che ci aspettavamo; in questa area di Augusta, Priolo, Melilli, ciò riguarda in particolare il mesotelioma della pleura, per via della esposizione all’amianto nel passato, tumori della vescica, del pancreas e melanoma che possono rispondere a vari agenti chimici. Abbiamo approfondito in questo convegno la situazione di Augusta e Priolo e il nostro lavoro continua per capire qual è il contributo che a questo rischio dà la contaminazione dell’ambiente tenendo conto delle sostanze presenti nell’area, nell’acqua e nella catena alimentare. Questa seconda parte di lavoro sarà presentata assieme all’Asp di Siracusa alla fine di quest’anno. Il nostro impegno continua, ci sono dei segnali di impatto sulla salute, è un tema importante su cui cercheremo di andare sino in fondo”.

Da uno studio condotto dal Registro Tumori di Siracusa insieme con il Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Azienda, che ha esaminato le condizioni di salute dei lavoratori in uno specifico stabilimento industriale nel territorio di Augusta, è emerso che a parità di esposizione rispetto alle mansioni di lavoratori residenti e pendolari, è maggiormente esposto il gruppo che risiede nell’area piuttosto che quello dei pendolari. Ciò cambia lo scenario nel senso che il problema si sposta dalle Aziende all’ambiente dove è necessario un intervento di bonifica di aree fortemente contaminate da esposizioni di almeno trent’anni quando il problema era sottovalutato. A riferire i risultati di tale studio è stato il direttore sanitario Anselmo Madeddu presidente del Comitato organizzatore e vice segretario nazionale AIRTUM: “Oggi le Aziende sono molto attente alla salute dei propri lavoratori con controlli molto severi – ha detto -. Paradossalmente i lavoratori sono più controllati rispetto al resto della popolazione oggi più che nel passato”. Francesco Tisano, dirigente medico del Registro Tumori di Siracusa ha illustrato l’attività di biomonitoraggio che l’Azienda sta conducendo con il coinvolgimento del CNR nell’ambito dello studio promosso dall’Assessorato regionale della Salute per la valutazione dell’impatto del mercurio sulla popolazione residente nell’area di Augusta, Priolo e Melilli.

In termini di presenza di Registri Tumori la Sicilia ha raggiunto, dopo l’emanazione della legge 5 del 2009 di riforma del sistema sanitario, una copertura del 90% della popolazione. A sottolinearlo è Salvatore Scondotto dell’Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato regionale della Salute: “Grazie all’impegno dell’Assessorato e dei professionisti presenti nel territorio siciliano, abbiamo attivato numerosi strumenti per il monitoraggio della salute della nostra popolazione – ha detto -. In particolare, con l’istituzione della Rete regionale dei Registri tumori si è passati da una copertura della popolazione del 6% legata alla sola provincia di Ragusa, al 90% della popolazione coprendo quasi tutte le province siciliane. Stiamo provvedendo anche alla raccolta dei dati della province di Agrigento e di Enna, per cui riteniamo che nell’arco di poco tempo potremo raggiungere una copertura totale. E’ un risultato ragguardevole – ha aggiunto – sia a livello nazionale che internazionale se consideriamo che ci sono grandi aree come quella di Roma che non dispongono di un Registro tumori. I Registri tumori – ha spiegato – servono sia per la sorveglianza della salute della popolazione che per la programmazione. Gli elementi che derivano dai dati della rete dei registri possono servire anche per programmare interventi e per selezionarne le priorità a tutela della salute pubblica”. Scondotto ha annunciato che a breve l’Assessorato regionale della Salute porterà a termine la redazione di una monografia completa per restituire alla popolazione un quadro quanto più realistico della situazione epidemiologica.

By Morena Zingales

Giornalista professionista

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