Il Coronavirus uccide, non ci sono né parole, né abbracci, solo silenzio

Il Coronavirus uccide, non ci sono né parole, né abbracci

di Morena Zingales
Siamo diventati impotenti davanti al coronavirus. Se prima abbracciavamo mari e monti, adesso siamo come delle pedine immobili e non riusciamo più a difendere e a difenderci.

La morte di persone a noi care fa sempre male ai nostri cuori, ma oggi il dolore è immenso, ancora più grande, perché siamo incapaci di reagire o di fare qualcosa pur di salvare la vita a un nostro caro.

Non siamo più  in grado di farlo perché questo maledetto Coronavirus ci tiene lontano da chi vogliono bene e ci impedisce di dare un abbraccio, l’ultimo abbraccio, a un nostro caro ricoverato in ospedale.

Il covid-19, così lo chiamano gli scienziati, ha fatto le prime vittime nella nostra piccola e unita comunità. Non ci sono parole per descrivere il tutto, perché la rabbia è così tanta che non basterebbe nemmeno l’Universo per farla esplodere.

Non resta che pregare con il cuore in mano, stare uniti seppur a distanza, rispettando le regole imposte dal Governo, perché lo stato di emergenza diventa sempre più grande.

Ci uniamo al dolore delle famiglie con gli occhi pieni di lacrime e in rispettoso silenzio. Che Dio ci benedica tutti.

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Giornalista pubblicista