La 36enne uccisa a Spoleto riposa a Sant’Orsola
Si sono svolti questa mattina, nel cimitero di Sant’Orsola a Palermo, i funerali di Laura Papadia, la 36enne uccisa lo scorso 26 marzo a Spoleto dal marito, Nicola Gianluca Romita. Alla cerimonia funebre hanno preso parte familiari, amici e conoscenti, in un clima di silenzioso raccoglimento e profonda commozione.
Il corpo della giovane è stato riportato nella sua città natale, dove ha ricevuto l’ultimo saluto della comunità palermitana. La tumulazione è avvenuta nel camposanto dove riposa anche la madre, mancata diversi anni fa. Presente il padre Maurizio, distrutto dal dolore, affiancato dai due fratelli, Alex e Fabio, e da altri parenti stretti.
Tra i partecipanti, numerosi amici di lunga data e conoscenti provenienti da Palermo, ma anche alcune persone giunte da Spoleto, dove Laura si era trasferita da circa due anni. La donna, benvoluta e apprezzata, aveva stretto legami sinceri nella città umbra. Proprio lì, in un contesto che sembrava di rinascita, è stata brutalmente uccisa nel suo appartamento.
Il delitto ha scosso profondamente l’opinione pubblica, colpendo per la sua violenza e per l’apparente tranquillità della coppia. Secondo quanto emerso dalle indagini, Nicola Gianluca Romita, di origine pugliese, avrebbe agito al culmine di una lite, colpendo ripetutamente la moglie fino a toglierle la vita. L’uomo è attualmente detenuto in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
Il trasferimento della salma da Spoleto a Palermo è avvenuto nei giorni scorsi, dopo il nulla osta concesso dall’autorità giudiziaria. L’autopsia ha confermato la natura violenta della morte, rendendo ancora più drammatico il quadro di un caso che si inserisce nella lunga e dolorosa serie di femminicidi che continuano a colpire in tutta Italia.
Nel luogo del rito funebre, numerosi fiori sono stati deposti accanto al feretro, circondato da un clima di mestizia e rispetto. Nessun discorso ufficiale, nessuna parola pubblica: solo sguardi bassi, abbracci silenziosi e un dolore condiviso. In tanti hanno voluto stringersi alla famiglia, offrendo conforto e solidarietà, ma anche esprimendo rabbia e impotenza di fronte a una tragedia così ingiusta.
Laura Papadia, descritta da chi la conosceva come una persona dolce, solare e generosa, lavorava nel settore dell’assistenza domiciliare e aveva costruito una nuova vita a Spoleto, dove era giunta per motivi lavorativi. Nonostante la distanza dalla sua terra d’origine, aveva mantenuto stretti i rapporti con i familiari palermitani, con cui si sentiva regolarmente.
Nei giorni successivi alla tragedia, la vicenda aveva suscitato l’interesse della stampa nazionale e l’indignazione dell’opinione pubblica. La storia di Laura è diventata simbolo di una violenza domestica che spesso si consuma tra le mura di casa, lontano da occhi indiscreti e senza segnali evidenti.
La comunità di Palermo, in silenzio e con compostezza, ha voluto oggi manifestare la propria vicinanza ai familiari della vittima. Non sono mancate, nei giorni scorsi, iniziative spontanee per ricordare Laura e per tenere alta l’attenzione sul tema della violenza contro le donne. Anche a Spoleto, dove si erano svolte fiaccolate e momenti di raccoglimento, la notizia dei funerali ha suscitato una nuova ondata di commozione.
L’inchiesta, intanto, va avanti. Gli investigatori stanno ricostruendo con precisione le dinamiche che hanno portato alla tragedia. Secondo quanto trapelato, il rapporto tra i due coniugi era segnato da tensioni latenti, ma nulla lasciava presagire un epilogo tanto violento. La difesa dell’imputato ha chiesto ulteriori perizie, ma la posizione di Romita appare gravemente compromessa.
Per la famiglia Papadia, ora, resta solo il dolore. Un dolore che si è fatto concreto questa mattina, davanti alla tomba dove Laura è stata tumulata. Tra le lacrime, i gesti d’affetto e i lunghi silenzi, si è chiuso il capitolo più drammatico della sua breve esistenza.
A Sant’Orsola, dove la giovane riposa accanto ai suoi cari, tanti hanno voluto fermarsi anche dopo il rito, per un’ultima preghiera o per lasciare un fiore. Un gesto semplice, ma carico di significato, in una giornata che ha segnato il punto più alto del lutto e il momento più intimo della memoria.
L’intera città di Palermo, con discrezione, ha voluto essere presente. Per Laura, per la sua famiglia e per tutte le donne che, come lei, sono vittime di una violenza che ancora non trova fine.