PAPA: LE RICCHEZZE NESSUNO SE LE PORTA DIETRO QUANDO MUORE

papa_francesco(umbriajournal.com) Cdv – “Non ho mai visto un camion da trasloco dietro un corteo funebre, mai”. Papa Francesco ha usato questa immagine nell’omelia tenuta alla Domus Santa Marta, per esprimere un concetto che aveva gia’ spiegato qualche tempo fa con una frase di sua nonna: “Il sudario non ha tasche”. Ma c’e’ anche un tesoro, ha detto oggi, che “possiamo portare con noi”, un tesoro che nessuno puo’ rapinare, che non e’ “quello che hai risparmiato per te”, ma “quello che hai dato agli altri”. Il problema, ha chiarito, sta nel non confondere le ricchezze. Per Francesco, “la caccia all’unico tesoro che si puo’ portare con se’ nella vita dopo la vita e’ la ragion d’essere di un cristiano; come Gesu’ ha spiegato ai suoi discepoli dicendo loro: “Dov’e’ il tuo tesoro, la’ sara’ anche il tuo cuore”. Quindi, ci sono “tesori rischiosi” che seducono “ma che dobbiamo lasciare”, quelli accumulati durante la vita e che la morte vanifica. Ma, ha scandito il Papa, “quel tesoro che noi abbiamo dato agli altri, quello lo portiamo. E quello sara’ il ‘nostro merito’, fra virgolette perche’ e’ il merito di Gesu’ Cristo in noi! E quello dobbiamo portarlo. E’ quello che il Signore ci lascia portare. L’amore, la carita’, il servizio, la pazienza, la bonta’, la tenerezza sono tesori bellissimi: quelli portiamo. Gli altri no”.

Per il Vangelo, ha ricordato Francesco, “il tesoro che vale agli occhi di Dio e’ quello che gia’ dalla terra si e’ accumulato in cielo”. “Ma Gesu’ fa un passo oltre: lega il tesoro al ‘cuore’, crea un ‘rapporto’ fra i due termini” sottolinenando che il nostro cuore e’ dove teniamo il nostro tesoro. “Questo- osserva Bergoglio – perche’ il nostro ‘e’ un cuore inquieto’, che il Signore ha fatto cosi’ per cercare Lui”. “Il Signore ci ha fatto inquieti per cercarlo, per trovarlo, per crescere. Ma se il nostro tesoro e’ un tesoro che non e’ vicino al Signore, che non e’ dal Signore, il nostro cuore diventa inquieto per cose che non vanno, per questi tesori”, ha affermato Papa Francesco. Come “tanta gente”, infatti, “anche noi siamo inquieti. Per avere questo, per arrivare a questo alla fine il nostro cuore si stanca, mai e’ pieno: si stanca, diventa pigro, diventa un cuore senza amore”. E’ questa “la stanchezza del cuore”. “Pensiamo a questo”, ha suggerito il Pontefice ai cardinali, vescovi, sacerdoti e collaboratori laici presenti alla messa di oggi. “Io cosa ho: un cuore stanco, che soltanto vuol sistemarsi, tre-quattro cose, un bel conto in banca, questo, quell’altro? O un cuore inquieto, che sempre cerca di piu’ le cose che non puo’ avere, le cose del Signore? Questa inquietudine del cuore bisogna curarla sempre”.

By Morena Zingales

Giornalista professionista

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