PAPA: NON DOBBIAMO AVERE PAURA DELLA SOLIDARETA’

l43-papa-messa-vaticano-130319121108_medium(cassibile.com) CdV – “Nella Chiesa, ma anche nella societa’, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura e’ solidarieta’: una parola malvista dallo spirito mondano”. Papa Francesco ha voluto sottolinearlo nell’omelia della messa del Corpus Domini, celebrata questa sera sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano, gremito di fedeli. Dobbiamo, ha spiegato, “saper mettere a disposizione di Dio quello che abbiamo, cioe’ le nostre umili capacita’, perche’ solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sara’ feconda, portera’ frutto”. In proposito, il Pontefice ha evocato il miracolo delle moltiplicazione dei pani e dei pesci. “Di fronte alla necessita’ della folla, ecco – ha ricordato Francesco – la soluzione dei discepoli: ognuno pensi a se stesso; congedare la folla” che era rimasta fino alla sera tardi ad ascoltare Gesu’ e che ora non era possibile trattenere perche’ mancavano viveri sufficienti: “non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”, dissero al Maestro. “Quante volte noi cristiani – ha esclamato il Papa -abbiamo questa tentazione! Non ci facciamo carico delle necessita’ degli altri, congedandoli con un pietoso: ‘Che Dio ti aiuti’, intanto io non ti vedo”. Invece, ha spiegato il Pontefice, “la soluzione di Gesu’ va in un’altra direzione, una direzione che sorprende i discepoli: ‘Voi stessi date loro da mangiare’.

‘Ma come e’ possibile che siamo noi a dare da mangiare ad una moltitudine?’ replicarono. Gesu’ non si scoraggia: chiede ai discepoli di far sedere la gente in comunita’ di cinquanta persone, alza gli occhi al cielo, recita la benedizione, spezza i pani e li da’ ai discepoli perche’ li distribuiscano”. “E’ questo – ha commentato Bergoglio – un momento di profonda comunione: la folla dissetata dalla parola del Signore, e’ ora nutrita dal suo pane di vita. E tutti ne furono saziati”. Questa sera – ha poi sottolineato il Papa – ancora una volta il Signore distribuisce per noi il pane che e’ il suo Corpo, si fa dono. E anche noi sperimentiamo la ‘solidarieta’ di Dio’ con l’uomo, una solidarieta’ che mai si esaurisce, una solidarieta’ che non finisce di stupirci: Dio si fa vicino a noi, nel sacrificio della Croce si abbassa entrando nel buio della morte per darci la sua vita, che vince il male, l’egoismo, la morte”. “Gesu’ – ha spiegato – anche questa sera si dona a noi nell’Eucaristia, condivide il nostro stesso cammino, anzi si fa cibo, il vero cibo che sostiene la nostra vita anche nei momenti in cui la strada si fa dura, gli ostacoli rallentano i nostri passi.

E nell’Eucaristia il Signore ci fa percorrere la sua strada, quella del servizio, della condivisione, del dono, e quel poco che abbiamo, quel poco che siamo, se condiviso, diventa ricchezza, perche’ la potenza di Dio, che e’ quella dell’amore, scende nella nostra poverta’ per trasformarla”. “Chiediamoci allora questa sera – ha esortato Bergoglio rivolto ai fedeli di piazza San Giovanni – adorando il Cristo presente realmente nell’Eucaristia: mi lascio trasformare da Lui? Lascio che il Signore che si dona a me, mi guidi a uscire sempre di piu’ dal mio piccolo recinto per uscire e non aver paura di donare, di condividere, di amare Lui e gli altri?”. “Preghiamo – ha cinvocato – perche’ la partecipazione all’Eucaristia ci provochi sempre: a seguire il Signore ogni giorno, ad essere strumenti di comunione, a condividere con Lui e con il nostro prossimo quello che siamo. Allora la nostra esistenza sara’ veramente feconda”. (Agi)

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Giornalista pubblicista