Rinviati a giudizio gli imputati del caso Mare Jonio

Processo per immigrazione clandestina aggravata da profitto

Rinviati a giudizio – Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Ragusa, Eleonora Schininnà, ha disposto il rinvio a giudizio per tutte le persone coinvolte nel procedimento penale legato all’operazione di trasbordo effettuata nel settembre 2020 dalla nave umanitaria Mare Jonio. Gli imputati sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante del fine di lucro.

Il procedimento giudiziario trae origine da un’operazione di salvataggio in mare effettuata dalla Mare Jonio, imbarcazione gestita dall’organizzazione non governativa Mediterranea Saving Humans, che ricevette a bordo 27 migranti precedentemente soccorsi dalla nave cargo danese Etienne Maersk. Il passaggio dei naufraghi avvenne mentre quest’ultima era ancorata al largo delle coste maltesi. I migranti furono poi trasportati dalla Mare Jonio e fatti sbarcare nel porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa.

L’inchiesta giudiziaria ha preso forma a partire dall’analisi delle circostanze relative al trasbordo e, in particolare, al successivo trasferimento di fondi tra le società armatrici coinvolte. Due mesi dopo l’approdo, infatti, la compagnia di navigazione che gestisce la Etienne Maersk ha effettuato un pagamento di 125mila euro alla società italiana Idra Social Shipping, armatrice della Mare Jonio. Secondo l’ipotesi della Procura, questo versamento costituirebbe il vantaggio economico derivante dalla condotta illecita, configurando l’aggravante del profitto.

Gli imputati per i quali è stato deciso il rinvio a giudizio comprendono figure di primo piano nell’ambito della missione umanitaria. Si tratta di Pietro Marrone, comandante della Mare Jonio durante l’operazione; Alessandra Metz, rappresentante legale della società armatrice Idra Social Shipping; Giuseppe Caccia, vicepresidente del consiglio di amministrazione della medesima società e capo spedizione della missione; Luca Casarini, tra i fondatori di Mediterranea Saving Humans; Agnese Colpani, medico di bordo; Fabrizio Gatti, membro del team di soccorso; e Geogios Apostolopoulos, tecnico dell’equipaggio.

Le accuse si fondano sulla ricostruzione dell’operazione di soccorso e sull’individuazione del presunto scopo di trarre vantaggio economico, un elemento che, secondo gli inquirenti, trasformerebbe un’azione umanitaria in un reato perseguibile penalmente. La presenza dell’aggravante relativa al profitto è stata ritenuta rilevante ai fini del giudizio e contribuisce alla gravità delle accuse mosse nei confronti degli imputati.

Secondo quanto emerso dalle indagini, la scelta di accogliere i migranti a bordo della Mare Jonio, dopo il lungo stazionamento della Etienne Maersk senza possibilità di approdo, non sarebbe avvenuta esclusivamente per motivi umanitari. Il versamento di denaro effettuato successivamente sarebbe stato, secondo l’impostazione accusatoria, una controprestazione pattuita o comunque conseguente all’operazione, elemento che ha portato la Procura a configurare un legame diretto tra il trasbordo e il guadagno ottenuto.

La decisione del Gup, che ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero, apre ora la strada a un processo che si preannuncia complesso e articolato. L’udienza inaugurale è stata fissata per il 21 ottobre presso il Tribunale di Ragusa. In quella sede, gli imputati dovranno rispondere delle contestazioni a loro carico, che riguardano non solo l’organizzazione e l’esecuzione materiale del trasbordo, ma anche la successiva gestione amministrativa ed economica dell’operazione.

Le difese, dal canto loro, sostengono la legittimità dell’intervento e rivendicano la natura strettamente umanitaria della missione svolta nel Mediterraneo centrale. Tuttavia, sarà la sede processuale a stabilire la fondatezza delle accuse e a verificare l’effettiva sussistenza degli elementi che, secondo la Procura, giustificano l’ipotesi di reato.

Il caso Mare Jonio ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità sin dall’inizio, collocandosi nel più ampio contesto del dibattito sulle politiche migratorie e sulle operazioni di soccorso in mare. Con l’avvio del procedimento giudiziario, l’attenzione si sposta ora sulle aule del tribunale, dove verranno valutate le responsabilità penali degli imputati in relazione all’episodio.

L’accusa di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, specialmente se correlata a un presunto guadagno economico, rappresenta uno dei reati più gravi in questo ambito e comporta conseguenze significative sia in termini giuridici sia sul piano delle attività delle organizzazioni coinvolte.

By Marcello Migliosi

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