Scarcerato l’ex assessore regionale Sicilia condannato per abusi su minori

Revocati i domiciliari, la Procura ricorre in Cassazione


Scarcerato l’ex assessore – È stato rimesso in libertà l’ex componente della giunta regionale siciliana condannato per violenza sessuale su minori. L’uomo, medico e psicoterapeuta, era stato arrestato all’inizio del 2024 e sottoposto a custodia cautelare ai domiciliari dopo la sentenza di primo grado. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto la richiesta di revoca della misura, avanzata dalla Procura di Enna.

La condanna, emessa con rito abbreviato, ha stabilito una pena di 5 anni e 4 mesi di reclusione per atti sessuali nei confronti di minori di 14 anni. I fatti contestati risalgono a un periodo precedente alla sua esperienza di governo e sono stati ricostruiti nel corso delle indagini che hanno portato al processo.

Il provvedimento di scarcerazione è giunto nei giorni scorsi a seguito di una valutazione congiunta tra accusa e giudice. La decisione non è definitiva e si inserisce in un quadro giudiziario ancora aperto. La Procura generale ha infatti presentato ricorso in Cassazione, opponendosi all’uso delle attenuanti generiche e sostenendo che la pena stabilita non rifletta la gravità dei reati.

Scarcerato l’ex assessore

L’imputato, attraverso i suoi legali, non ha presentato appello contro la sentenza, rinunciando così alla possibilità di una revisione del giudizio di colpevolezza. Questo, in caso di esito negativo del ricorso della Procura, potrebbe garantirgli un ulteriore beneficio sul piano sanzionatorio, con la possibilità di ridurre ulteriormente la pena complessiva.

Nessuna dichiarazione ufficiale è stata rilasciata dai rappresentanti legali della persona offesa, né risultano pubblici commenti da parte della famiglia della vittima. L’intero procedimento, sin dalle sue prime fasi, è stato trattato con particolare riservatezza, anche per la delicatezza dei soggetti coinvolti e l’età della persona abusata.

La vicenda ha destato particolare attenzione in ambito giudiziario e politico, considerata la posizione pubblica dell’imputato al momento dell’emersione della notizia. Le indagini, coordinate dalla magistratura di Enna, avevano portato all’arresto e al rinvio a giudizio dell’uomo, che nel frattempo aveva lasciato ogni incarico.

Nel dispositivo della sentenza si fa riferimento alla gravità delle condotte, che avrebbero avuto luogo in contesti di relazione professionale. La pena ridotta, tuttavia, ha trovato fondamento nella scelta del rito abbreviato, che prevede uno sconto automatico di un terzo rispetto al massimo edittale. Il giudice ha inoltre ritenuto di applicare le attenuanti generiche, contestate ora dal ricorso della Procura generale.

Il pronunciamento della Cassazione rappresenterà il passaggio decisivo per la definizione del quadro penale. Se il ricorso dovesse essere accolto, la Corte potrebbe disporre un nuovo esame, con possibile modifica della pena. In caso contrario, la sentenza diverrebbe definitiva con le condizioni attuali.

La revoca della misura cautelare non incide sull’esito del giudizio, ma apre alla possibilità che l’ex assessore possa affrontare il prosieguo del processo in stato di libertà, salvo nuove determinazioni. Il rilascio è stato formalmente disposto dal gup in applicazione delle norme previste in materia di custodia.

Il procedimento, sinora svolto in sede di giudizio abbreviato, ha avuto tempi relativamente rapidi. La condanna era arrivata nel primo mese del 2024, a pochi mesi dall’avvio dell’istruttoria formale. Gli sviluppi successivi dipenderanno ora dalle valutazioni della Corte di Cassazione, cui spetta l’ultima parola sull’intera vicenda giudiziaria.

By Morena Zingales

Giornalista professionista

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