SIRACUSA, IN 40 MILA POSITIVI ALLA TUBERCOLOSI

Medics (cassibile.com) SIRACUSA – Una bomba pronta a esplodere: 40 mila soggetti sono positivi al bacillo della tubercolosi, in definitiva sono potenzialmente malati (basta un piccolo stress e il bacillo diventa attivo). Qualcuno all’Asp di Siracusa continua a dormire sonni tranquilli, nel frattempo la situazione è del tutto fuori controllo. A parlarne, oggi 16 luglio, è Il Fattoquotidiano. Le cifre sono ufficiali, fornite dal gruppo nazionale di studio dell’Aipo (Associazione italiana di pneumologia), convalidate dall’Oms.

Racconta il quotidiano:
SI PRESUME che la malattia sia arrivata in special modo con gli immigrati del Corno d’Africa, spesso gli stagionali di Cassibile. Dunque tra gli anelli deboli della catena compare la voce: controlli sanitari. Nell’atto aziendale dell’Asp, in data 2010, pensate, manca proprio la voce dispensario tubercolare.

Nel frattempo Rossitto denuncia la mancanza di strumenti, di materiali, di competenze, chiede alla dirigenza mezzi adeguati, richieste sovente con esito scarso. Rossitto poi verrà trasferito in pneumologia.

Pare che il dispensario tubercolare di via Bufardeci sia in via di smantellamento, ma è ancora funzionante.
Il responsabile transita un’ora al giorno, confidano alcuni pazienti in attesa. I pazienti in attesa possono essere malati, sono nello stesso piano degli uffici della Medicina del Lavoro e dello Sport, dove non di rado accedono anche i bambini. Il meetup del M5s ne fa ampiamente riferimento all’interno dell’interpellanza presentata a Zito. Chi si ammala non ha molte chance: di saperlo, innanzitutto. L’Asp di Siracusa non prevede l’antibiogramma e l’esame colturale, fondamentali nel riconoscimento dell’infezione e soprattutto fondamentali nella prevenzione e contrasto della malattia nella forma farmaco resistente, quella che produce infezioni farmaco resistenti (e che contagia infezioni farmaco resistenti): ovvero quando la malattia diventa inesorabile, incurabile, si è spacciati insomma.

La prima pagina de Il Fatto Quotidiano di oggi, 16 luglio 2013.  Nel taglio basso a sinistra si legge una piccola parte.