Caporalato a Cassibile, azienda agricola sfruttava gli immigrati

I titolari dell’azienda ed il loro “caporale”, sono stati denunciati

Caporalato a Cassibile, azienda agricola sfruttava gli immigrati

CASSIBILE – La guardia di finanza di Siracusa, ha concluso una incisiva operazione di contrasto al fenomeno del “caporalato” in una delle aree maggiormente tormentate: case Sudan di Cassibile. Nell’ambito di una indagine coordinata dal procuratore capo della repubblica, dott. Francesco Paolo Giordano e diretta dal sostituto procuratore, dott. Tommaso Pagano, la compagnia di Siracusa ha sviluppato un’articolata indagine a contrasto dell’illecito sfruttamento da parte di una azienda agricola di lavoratori extracomunitari e del fenomeno noto come “caporalato”.

Le attivita’ investigative sviluppate dalle fiamme gialle aretusee hanno evidenziato come l’azienda, in violazione dell’art. 603 bis c.P., introdotto dall’innovativa disciplina in materia di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro in vigore dal 4.11.2016, ponesse in essere molteplici atti indici di sfruttamento:
· retribuzioni versate in modo sproporzionato rispetto alla quantita’ di lavoro prestato;
· violazione delle normative in materia di lavoro e riposo, sicurezza ed igiene dei posti di lavoro;
· i lavoratori, il cui stato di bisogno e’ emerso chiaramente dalle condizioni abitative di assoluta precarieta’ e dello stato, quasi sempre, di clandestini, sono stati sottoposti a metodi di sorveglianza non consentiti (videosorveglianza abusiva presso l’azienda e costante presenza del “caporale”, in funzione di sentinella, nei campi).

L’azienda per il reclutamento dei lavoratori, che stazionavano nei pressi di Cassibile ed in genere erano privi di permesso di soggiorno, documenti d’identita’ e dormivano di solito negli immobili abbandonati di contrada Marchesa di Cassibile tristemente noti come “case Sudan”, si avvaleva di un “caporale” che li andava a prendere, ammassandoli in un furgone, per portarli nei campi.

L’operazione di oggi vede applicata una importante misura prevista dalla legge e cioè la misura cautelare reale della sottoposizione a controllo giudiziario dell’azienda, mediante la nomina di un amministratore giudiziario, al fine di non interrompere l’attività produttiva. È questa la volontà del legislatore che mira ad eliminare le condizioni che avevano determinato lo sfruttamento dei lavoratori ma non a compromettere l’occupazione e il valore econominco del complesso aziendale.

Il gip aretuseo dott Andrea Migneco, condividendo la richiesta formulata dall’A.G. Inquirente e riconoscendo la sussistenza del reato di cui all’art. 603 bis del c.P., ha disposto il controllo giudiziario dell’azienda e la conseguente nomina di un amministratore giudiziario. I titolari dell’azienda ed il loro “caporale”, sono stati denunciati per il delitto di cui agli artt. 110 e 603 bis c.P..

Il procuratore capo dott. Francesco Paolo Giordano che ha coordinato tutta l’attività ha così commentato “prosegue incessantemente, soprattutto in alcune zone del circondario maggiormente coinvolte a fenomeni di stagionalita’, l’attivita’ di contrasto della procura della repubblica con l’ausilio della guardia di finanza verso forme illegali di impiego nelle imprese agricole e di intermediazione come il C.D. Caporalato che mette in pericolo beni primari della collettivita’ e dell’individuo, come la dignita’ del lavoro e lo sfruttamento senza scrupoli dei lavoratori retrocessi al rango di pura merce”.

La guardia di finanza nell’ambito del ruolo di polizia economico finanziaria con l’operazione di oggi acclara in maniera concreta ed efficace l’impegno per tutelare le imprese che rispettano le regole danneggiati da dall’ingiusta competizione di quelle che adoperano metodi illegali di reclutamento del personale dipendente. Adempie alle esigenze di assicurare ordine e sicurezza pubblica cosi come richiesto nei vari comitati dal prefetto di Siracusa dott. Giuseppe Castaldo.

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