Cassibile: Comunità Civica, convegno storico su Armistizio, la relazione di Lauretta colpisce tutti…

(cassibile.com) CASSIBILE – Pochi ma buoni! L’incontro organizzato dall’Associazione Comunità Civica Cassibile Fontane Bianche, presieduta da Raffaele Cacici, si è svolto regolarmente come previsto. Il maltempo non ha fermato il convegno storico che dal sagrato della Chiesa del Marchese, è stato spostato e fatto dentro un’aula delle scuole elementari di via Nazionale.  I relatori erano cinque il: Prof. Luigi Amato, il Prof. Salvo Santuccio, Prof. Nunzio Lauretta, Prof.ssa Rosa Savarino con la presenza dell’assessore alle Politiche culturali del Comune di Siracusa, Alessio Lo Giudice.

L’Armistizio di Cassibile nel suo 70esimo dell’Anniversario è stato l’argomento cruciale di questo convegno che ha visto la partecipazione, di alcuni cittadini, tra questi anche studiosi, purtroppo non abbastanza per un argomento di una certa importanza come quello del fatto che cambiò le sorti del Mondo.

I lavori sono stati aperti dal Presidente Raffaele Cacici,  che ha fatto il punto della situazione economico, politico, culturale, turistico che riveste il territorio di Cassibile Fontane Bianche toccando il tasto, e qui rivolgendosi all’Assessore Lo Giudice, di tutto quello che può essere fatto per migliorare la zona.

L’Assessore Lo Giudice che lo ha seguito subito dopo ha spiegato dicendo che l’amministrazione di Siracusa deve impegnarsi per rivalutare il territorio di Cassibile, teatro della Firma dell’Armistizio, e fare di tutto per realizzare un Museo permanente dell’Armistizio.

Il Convegno vero e proprio si è aperto con l’intervento del professore Luigi Amato. Gli argomenti da lui trattati erano riferiti alle conseguenze causate dopo la Firma dell’Armistizio e quindi all’incapacità dell’Italia di gestire la situazione.

E a proposito dell’incapacità di gestire l’8 settembre, gli fa eco il Professore Salvo Santuccio: “Nasce una sorta di pressapochismo e che cosa sarà in realtà l’8 settembre nessuno lo sa e perché l’Italia e gli alleati firmano l’Armistizio il 3 settembre comunicandolo ufficialmente 5 giorni dopo”. Ha spiegato Santuccio. 

La relazione della Professoressa Rosa Savarino ha toccato un tasto diverso con riferimento a quello che era la vera vita della gente, non solo quella militare ma anche quella dei civili e, quindi, come questa guerra è stata vissuta dalle popolazioni locali, dal basso. Il tutto tratto da una serie di studi, frutto di una ricerca ben approfondita effettuata da lei stessa con altri studiosi. Elementi che hanno messo in risalto una situazione piuttosto critica in Sicilia a partire dal gennaio del ’43, allo sbarco degli alleati, fino ad arrivare alla firma dell’Armistizio.

Il professore Nunzio Lauretta da sempre Coordinatore scientifico dell’attività convegnistica e della promozione culturale del territorio cassibilese ha lasciato tutti di stucco. Ha aperto il discorso dicendo: “Mi perdonerete, ma stasera abbiamo scoperto tutti l’acqua calda, perché quello che è stato trattato questa sera noi lo studiamo da ben 15 anni in questa Cassibile, organizzando ben quindici manifestazioni culturali, e dando vita, fin dal 2005, ad un Comitato promotore per l’istituzione – a Cassibile – del Museo Etnostorico dell’Armistizio”. Ha spiegato Lauretta.

“L’Armistizio di Cassibile – collegandosi al discorso del professore Santuccio e della professoressa Rosa Savarino, ha detto che –  non si esaurisce in una sorta di pressapochismo: quello che successo – ha tuonato – dopo la firma, fu una tragedia vera e propria vissuta dalla popolazione, dal basso, con il problema alimentare che fu il dramma più forte. Il perché molte cose non si sanno o non sono citati nei libri di storia è perché c’è un sistema sbagliato nell’istruzione in Sicilia. Noi siamo andati nelle scuole quest’anno a presentare il nostro progetto sull’Armistizio e si è capito come è errato il modo di istruire gli studenti su questa parte di storia. Il tutto comincia proprio dagli insegnanti e noi dobbiamo fare il ragionamento con i ragazzi, ma prima di loro con gli insegnanti. Il problema delle scuole non sono i ragazzi, ma sono i docenti  e questi ultimi si devono rendere conto e capire che quello che è successo con la Firma dell’Armistizio, non è una storia minore, ma è una storia di pari dignità come quelle Lombarde, Venete e  Piemontesi e che non si può liquidare il tutto con un rigo su un libro”.

La sua relazione è durata oltre  mezz’ora, attirando l’attenzione di tutti i presenti, anche se pochi, e rimandando il discorso a un altro momento dove non ci siano solo 20 persone ma un centinaio, mille. “L’argomento non deve essere trascurato e noi questo l’abbiamo scoperto 15 anni fa”, ha concluso.

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