“Where is Mary?”, vestiti sospesi nel vuoto a palazzo Nicolaci

where is mary(CSB.com3.0) NOTO – Vestiti sospesi nel vuoto dei bassi di palazzo Nicolaci. E’ il contributo dell’artista Marilena Vita per “Noto – Il Giardino della Bellezza”, la manifestazione in corso di svolgimento nella città barocca fino a sabato prossimo. “Where is Mary?” il titolo dell’installazione inserita nel ciclo di mostre “La bellezza sospesa tra visione e realtà”, a cura di Viana Conti.

Al centro dello spazio criptico, sotterraneo, di un palazzo storico, Marilena Vita, video- artista, performer, regista, fotografa siracusana, attiva anche a Milano e a Berlino, ha ideato e messo in opera, per la prima volta, l’apparizione aerea di tre abiti indossati durante le performance Nessuno tocchi Eva, Terzo rinascimento e La bianca pelle del vello d’oro.

I colori sono quelli che connotano simbolicamente, ritualmente, metaforicamente, la sua opera: il bianco che rinvia alla luce, il rosso al pathos, il nero alla pratica del lutto per dei vestiti confezionati dalla stessa artista.

L’ostensione degli abiti, agìti in precedenti scenari espositivi, autorizza lo spettatore a immaginarvi un corpo, nella fattispecie quello dell’artista in azione in un contesto visivo, installativo, sonoro, narrativo.

La bellezza che emana da quei vestiti, sospesi nel vuoto, non è quella consumistica dei manifesti pubblicitari, ma quella inconsumabile, fuori dal tempo. Protagonista e insieme, come scrive Carmelo Strano, deuteragonista delle sue rappresentazioni, Marilena Vita dialoga con il suo doppio che proietta, in funzione autoriflessiva, in seducenti scenari, mossi da una dinamica interna, ma immobilizzati nella visione come un fermo-immagine, calato in uno spazio di solennità rituale.

La presenza, in un palazzo culturalmente connotato, di un percorso a passerella a protezione di reperti arcaici, stimola il visitatore a considerare anche quegli abiti, seconda pelle dell’autrice, calchi di un corpo che si è assentato – Where is Mary? – per riapparire, mutato, in un altrove, per rivestirsi altrimenti, per trovare luoghi altri dove insediare la dimora del proprio essere.

La sera della vernice è stato anche proiettato un video dal titolo Mutation, in cui presenze dal corpo di pesce e dalla testa di bambola, ridanno vita a figure che, sul fondo del mare, l’hanno perduta. Il linguaggio performativo di Marilena Vita rinvia alla ritualità di una sparizione del corpo nell’abito, alla ricucitura del visibile nell’invisibile, al recupero di una sacralità della narrazione mitica attraverso un habitus che, anche nella mutazione del suo colore, si fa portatore di una storia, una cultura, l’appartenenza a una comunità, sottoscrivendo altresì un modo individuale o sociale, di apparire o sparire della donna.

By Morena Zingales

Giornalista professionista

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